Nel frattempo, verso gli inizi di gennaio, attorno alla borgata di Cortecchio, si era insediato un piccolo contingente di una ventina di uomini, inviati dal comitato di Imola per formare nella zona un primo nucleo di banda armata.
Quel distaccamento partigiano, male ma pur sempre armato, non poteva restare a lungo nascosto ai presidi della G.N.R. di Imola e di Faenza che, riunite le forze, puntarono all’Albergo su tre colonne. Era il primo rastrellamento antiguerriglia in quel territorio e i fascisti volevano impressionare.
I partigiani accettano la battaglia, ma poi, vista l’impossibilità di resistere per la disparità del numero e dell’armamento, decidono di tentare lo sganciamento.
Mentre 14 uomini riescono ad effettuare la fuga senza farsi scorgere, 4 restano nella casa. Quando all’interno sembrò cessato ogni segno di vita, i fascisti vennero avanti preceduti dal brigadiere Primo Brini, custode delle carceri della Rocca. Su di lui si abbatté l’ultimo tentativo di resistenza. Furono catturati due diciassettenni Germano Giovannini e Romano Mazza mentre furono uccisi Dante Cassani e Libero Zauli.