Dopo avere sfondato la Linea Gotica al Passo del Giogo e subito dopo al passo della Futa, nella seconda metà di settembre del 1944, la 5ª Armata americana puntò su Firenzuola (FI) e proseguì in direzione di Castel del Rio e Imola. L’ultimo bastione naturale da superare era Monte Battaglia, tra Casola Valsenio (RA) e Castel del Rio. Dopo duri combattimenti il monte e le alture minori di Monte Carnevale e Monte Cappello furono conquistati dai partigiani del 3° battaglione, comandato da Carlo Nicoli, della 36ª Brigata Garibaldi. La mattina del 27 settembre su Monte Battaglia giunsero i fanti dell’88ª divisione USA, ai quali fu consegnato l’importante bastione.
Il comandante del 350° reggimento americano nel suo rapporto scrisse: «Il II° Battaglione si impadronì del Battaglia senza opposizione alle ore 14 circa, trovando la montagna presidiata da un battaglione di patrioti italiani». Nel pomeriggio dello stesso giorno i tedeschi contrattaccarono. Respinti, tornarono invano all’attacco il giorno dopo, poi il 29 e il 30.
I fanti americani ebbero il cambio da un reparto inglese. La battaglia si protrasse fino al 5 ottobre. Bloccando gli Alleati a Monte Battaglia, i tedeschi furono in grado di fermare l’avanzata del fronte che riprenderà il 9 aprile 1945.
I partigiani della 36ª Brigata furono disarmati, avviati nelle retrovie e la loro vittoria su Monte Battaglia ignorata nei bollettini di guerra alleati. Ha scritto uno storico americano: A dire la verità, benché i censori proibissero sul momento la notizia, truppe partigiane italiane operanti tra le linee in questo settore furono le prime ad occupare il Monte Battaglia, mantenendolo sino all’arrivo delle forze americane.