Il 2 giugno 1946 il popolo italiano è chiamato alle urne per il referendum istituzionale, per scegliere tra Monarchia o Repubblica e per eleggere l’Assemblea costituente incaricata di elaborare il testo con le leggi fondamentali dello Stato.
A dare ulteriore valore alle elezioni del 1946 è la prima partecipazione delle donne al voto. La scelta della Repubblica ottiene la vittoria con 12.717.923 voti pari al 54% contro i 10.719.284 ottenuti dalla monarchia, pari al 46%. Il 13 giugno, dopo la pubblicazione ufficiale dei risultati, Umberto II lascia l’Italia e parte in esilio per il Portogallo. Presidente provvisorio della Repubblica viene eletto il liberale Enrico De Nicola.
I risultati delle elezioni per l’Assemblea costituente vedono la Dc vincere con il 35,2%, il Psiup ottenere il 20,7% e il Pci il 18,9%.
L’Assemblea affida i lavori per stendere la carta costituzionale ad una commissione formata da 75 membri. Nei lavori della commissione si incontrano e a volte si scontrano forze e ideali diversi (comunista, socialista, cattolico, liberale) che sanno giungere ad una sintesi, quella costituzionale, che sta alla base della vita democratica del nostro Paese.
La nuova Costituzione viene approvata dal Parlamento il 22 dicembre del 1947 ed entra in vigore il 1° gennaio del 1948.
In ambito locale la vittoria della repubblica è schiacciante: 20.663 voti contro i 4.801 favorevoli alla monarchia (1, 2).
Nelle votazioni per l’assemblea costituente Il Pci ottenne 11.393 voti (44%), il Psiup 7.393 (28,6%), la Dc 4.463 (16,9%).