Nel luglio 1936 in Spagna, dopo il trionfo del fonte popolare, reparti dell’esercito guidati da alcuni generali, tra cui il futuro dittatore Francisco Franco, si sollevano contro la Repubblica. L’Italia di Mussolini e la Germania di Hitler inviano ai ribelli uomini e armi. Il sostegno alla Repubblica da parte delle democrazie occidentali, Francia e Gran Bretagna, è invece piuttosto blando; cospicuo, ma con pesanti interferenze nella politica interna del paese, l’aiuto dell’Unione Sovietica. È una guerra ferocissima che vede i primi bombardamenti aerei sui civili, come quello dei tedeschi su Guernica.
Per combattere a fianco dei repubblicani accorrono volontari da tutto il mondo. Si costituiscono formazioni militari come le Brigate internazionali. La guerra è il preludio al più generale scontro tra il fascismo, a cui Franco si ispira, e l’antifascismo.
Presentata dalla Chiesa come una crociata contro il bolscevismo, la guerra si conclude nell’aprile 1939 con la sconfitta dei repubblicani (1).
In appoggio al dittatore Franco vanno un’ottantina di imolesi tra cui si hanno caduti e decorati: Lino Zambrini viene insignito di medaglia d’oro (2). Dall’altro lato difendono la Repubblica quasi quaranta originari del circondario di Imola. Sono anarchici, socialisti, comunisti che raggiungono la Spagna provenendo spesso dall’esilio: dalla Francia, dall’Unione sovietica e anche dalle Americhe. Tra loro ci sono figure di futuri partigiani, come Alessandro Bianconcini (3) e Roberto Gherardi (4, 5), e antifascisti, come Ezio Zanelli (6), che, in qualità di addetto alle emittenti filo repubblicane in lingua italiana, parla più volte alla radio ed è clandestinamente ascoltato a Imola.